Storia

Castel Sant’Angelo Roma: 6 Incredibili Curiosità sul Mausoleo di Adriano

Il Castel Sant’Angelo di Roma è la seconda attrazione più visitata di Roma dopo il Colosseo, e la quinta in Italia. Oltre alle statue, sculture, e opere d’arte più famose, i 960 mila visitatori hanno tanto altro da scoprire su questo luogo incantevole unico nel suo genere.

Ecco quali sono i segreti e le curiosità del Castel San’Angelo di Roma.

Prima di iniziare l’articolo, è importante metterti in guardia: Castel Sant’Angelo è una delle attrazioni turistiche più visitate in Italia e nel mondo. Con una stagione turistica che si estende per tutto l’anno, è probabile trovare lunghe code alle biglietterie quando deciderai di visitarlo. Per evitare inconvenienti, ti consigliamo vivamente di acquistare il biglietto online in anticipo. Clicca qui sotto per prenotare il tuo ingresso e accedere a Castel Sant’Angelo in modo rapido e senza problemi.

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Fatti e curiosità sul Castel Sant’Angelo di Roma

La statua di Castel Sant’Angelo

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Statua dell’Arcangelo Michele distrutta da un incendio

Come già accennato nell’articolo sulla storia di Castel Sant’Angelo, la statua che dà il nome al Castello non è la stessa da sempre.

La prima statua dell’angelo, infatti, viene costruita in legno, ma i fenomeni atmosferici finiscono per sgretolarla.

Ne segue una seconda in marmo, distrutta durante la sommossa del 1379.

La terza, anch’essa in marmo ma con ali di bronzo, va in pezzi quando un fulmine colpisce il castello e fa saltare in aria un deposito di polvere da sparo.

Nel 1497 si opta per una statua in bronzo, ma nel 1527 l’esigenza bellica impone di fonderla per realizzarne cannoni.

Nel 1573 viene costruita un’altra versione in marmo con le ali in bronzo che poi, nel 1753, è sostituita dall’attuale statua in bronzo realizzata dallo scultore fiammingo Peter Anton von Verschaffelt.

Le carceri del castello

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Fantasma senza testa di Beatrice Cenci

Il Castello fu utilizzato per molti secoli come prigione.

La segreta più temuta era quella di San Marocco (o Sammalò), sul retro del bastione San Marco.

Lì, il condannato veniva calato dall’alto e non aveva spazio a sufficienza per poter stare in piedi, né per coricarsi.

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La cella infame: Sammalò

Al piano inferiore della costruzione erano invece situate le celle riservate ai personaggi di riguardo, tra i quali ricordiamo il celebre artista Benvenuto Cellini (e la sua altrettanto celebre evasione).

Ma non fu l’unico: nella storia, tra i tanti nomi di personaggi famosi, furono incarcerati a Castel Sant’Angelo gli umanisti Platina e Pomponio Leto, Beatrice Cenci e il filosofo Giordano Bruno.

La celebre evasione di Benvenuto Cellini

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Benvenuto Cellini si cala da Castel Sant’Angelo

Lo scultore, scrittore e orafo fiorentino, famoso, oltre che per le sue opere, per il suo animo inquieto, fu incarcerato nel 1538 con l’accusa di aver sottratto dei beni alla Chiesa durante il sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi.

Ma, com’è facile immaginare, l’artista non se ne stette buono a scontare la sua pena: una notte in cui il Castello era in festa per il Corpus Domini, Cellini, dopo aver forzato la porta della cella con delle tenaglie che aveva sottratto al suo carceriere, si calò dal bastione San Giovanni con il classico metodo delle lenzuola annodate.

L’atterraggio non fu dei più morbidi, e infatti gli causò una frattura della gamba. L’artista riuscì comunque a fuggire e a rifugiarsi presso il cardinal Cornaro, che però, di lì a poco, lo riconsegnò al Papa.

Tornato a Castel Sant’Angelo, questa volta in una cella ancora più angusta e buia, Cellini approfittava dell’unica mezz’ora di luce del giorno per leggere la Bibbia.

Su una parete della cella è tutt’oggi posto un vetro a protezione del disegno di un Cristo risorto di cui l’artista, nella sua celebre autobiografia “Vita”, si attribuisce la paternità.

Verrà graziato dal papa e scarcerato nel dicembre del 1539 per intercessione del cardinale Ippolito II d’Este e del re di Francia.

Mastro Titta, er boja de Roma

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Mastro Titta, il boia di Roma

Mastro Titta passa il ponte.” Così dicevano i cittadini romani quando scorgevano il boia dello Stato Pontificio che, attraverso il Ponte Elio, si dirigeva al Castello, ben consapevoli che presto qualcuno sarebbe stato giustiziato.

Giovanni Battista Bugatti, detto Mastro Titta, fu solo uno dei tanti boia a servizio dello Stato Pontificio, ma fu uno dei più famosi anche per la durata della sua carriera: ben 68 anni!

Una carriera lunghissima anche per i giorni nostri, ma non dimentichiamo che Bugatti esercitò la professione tra il 1796 (alla tenerissima età di 17 anni) fino al 1864 quando, dopo ben 514 esecuzioni, all’età di 85 anni venne sostituito e, finalmente, pensionato.

Quando non torturava, squartava, impiccava o ghigliottinava i condannati nella piazza di Castel Sant’Angelo, Mastro Titta si dedicava al mestiere ben più tranquillo di ombrellaio nella sua bottega di proprietà.

Ma in qualsiasi momento poteva essere richiamato al dovere: Mastro Titta allora chiudeva in fretta e furia la bottega e attraversava il Ponte Elio, per lo sgomento di chi lo vedeva passare. 

Sebbene malvisto per la sua professione, Mastro Titta era a suo modo una celebrità nella Roma del XIX secolo.

Nel 1891 venne pubblicata una sua falsa autobiografia dal titolo “Mastro Titta, il boia di Roma: memorie di un carnefice scritte da lui stesso”.

A lui vengono dedicate, nel tempo, molte poesie, commediemusicali e pellicole.

Entrato a far parte della tradizione popolare romana, alimenta un’altra leggenda spettrale: si dice che il suo fantasma, avvolto nel mantello rosso che usava quando esercitava la professione di boia, possa esser visto passeggiare alle prime luci dell’alba presso molti dei luoghi delle esecuzioni, non ultimo nella piazza di Ponte Sant’Angelo, dove si dice che offra una presa di tabacco a chi incontra, come usava fare in vita con i condannati.

Da brividi!

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Il passaggio segreto di Castel Sant’Angelo

papa alessandro sul passetto di borgo

Passetto di Borgo

Una delle caratteristiche più intriganti di Castel Sant’Angelo è il suo passaggio segreto, noto come Passetto di Borgo. Questo corridoio sopraelevato collegava la fortezza al Vaticano , permettendo ai papi di fuggire in caso di pericolo.

Il Passetto di Borgo, noto anche come “er Corridore” nel dialetto romanesco, non è esattamente un segreto, poiché molti romani e non solo ne sono a conoscenza.

Tuttavia, pochi hanno avuto l’opportunità di esplorare internamente questo passaggio protetto che collega il Vaticano a Castel Sant’Angelo.

Originariamente costruito nel 1277 come una via di fuga segreta per i Papi in caso di pericolo, il Passetto permetteva loro di raggiungere rapidamente la sicurezza del castello.

Nel corso dei secoli, è stato ampliato e fortificato da vari Papi, dotandolo di camminamenti di guardia e torri di avvistamento.

Durante eventi storici come l’invasione di Roma da parte delle truppe francesi di Carlo VIII nel 1494 e il Sacco di Roma dei lanzichenecchi di Carlo V nel 1527, il Passetto si dimostrò vitale per la fuga del Pontefice.

Lungo circa 800 metri, il passaggio va dai Palazzi Vaticani fino al Bastione San Marco di Castel Sant’Angelo. Oggi, sebbene non accessibile al pubblico in modo autonomo, è possibile visitarlo tramite tour guidati.

Castel Sant’Angelo è uno dei luoghi simbolo del film “Angeli e Demoni”

Il film “Angeli e Demoni” tratto dall’omonimo libro di Dan Brown porta lo spettatore in un viaggio attraverso le suggestive location di Roma e Città del Vaticano, e Castel Sant’Angelo di Roma gioca un ruolo importante nella trama del film.

Quando quattro cardinali vengono rapiti dagli Illuminati, il professor Langdon si trova a indagare sulla loro scomparsa. La ricerca lo porta attraverso le strade di Roma fino a Castel Sant’Angelo, una fortezza imponente che si erge sulle rive del fiume Tevere.

Attraversando il suggestivo Ponte Sant’Angelo, adornato da statue di angeli, Langdon e i suoi compagni entrano nella fortezza alla ricerca di indizi.

All’interno, Langdon scopre il Passetto di Borgo, un’antica via di fuga che collegava il castello ai palazzi vaticani. La corsa contro il tempo li porta infine nella necropoli sotto la Basilica di San Pietro, dove si svolge il culmine della storia.

Oltre a Castel Sant’Angelo, il film presenta una serie di altre location iconiche di Roma e Città del Vaticano, ricreando interni di edifici storici e opere d’arte famose.

Castel Sant’Angelo curiosità: conclusioni

Eccoci giunti al termine di questo post con le curiosità più strane e avvincenti del Castel Sant’Angelo di Roma.

Se hai dubbi o domande, o se conosci qualche altra storia da raccontare su questa attrazione, lascia un commento qui sotto.

Sarò felice di aggiungerla all’articolo!

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